Come funziona Google nel 2025?

Capire come funziona Google è importante, soprattutto nel 2025!
Google è ancora oggi il motore di ricerca più usato al mondo, e non a caso! La sua missione è semplice (almeno in apparenza): aiutarti a trovare in un lampo le informazioni che stai cercando.

Ogni volta che digiti qualcosa nella barra di ricerca, Google scandaglia miliardi di pagine web in una manciata di secondi per mostrarti i risultati più utili, pertinenti e aggiornati.

Che tu stia cercando l’ultimo ristorante aperto in città, una guida per scegliere il miglior smartphone, o semplicemente il significato di una parola… la risposta è quasi sempre lì, tra i primi risultati.

Ma a questo punto viene spontanea una domanda:
Come fa Google a decidere quali risultati mostrarti per primi?

Beh, qui le cose si fanno un po’ più tecniche, ma niente panico, te lo spieghiamo in modo semplice.

Google si affida a una serie di algoritmi, che valutano una marea di elementi: dalle parole chiave presenti nei contenuti, alla qualità e autorevolezza del sito, fino all’esperienza utente.

Insomma, non si tratta solo di “cosa” viene detto, ma anche di “come” viene detto, e da “chi”.

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Come funziona Google?

Il motore di ricerca di Google può sembrare una scatola magica, ma dietro le quinte c’è un processo incredibilmente complesso.

Per far funzionare tutto alla perfezione, Google segue quattro fasi principali:

  1. Crawling
  2. Indicizzazione
  3. Elaborazione della query
  4. Posizionamento nella SERP

1. Crawl

Google utilizza dei bot o crawler (chiamati Googlebot) per esplorare il web visitando milioni di pagine. Durante questo processo, Google raccoglie informazioni su ogni pagina web, come il suo contenuto, i metadati (titoli, descrizioni), e la struttura dei link.

2. Indicizzazione

Una volta che il Googlebot ha raccolto le informazioni dalle pagine web, queste vengono immagazzinate in un indice.

L’indice è una gigantesca base di dati che contiene informazioni su tutte le pagine web scansionate, organizzate in modo da poter essere recuperate velocemente durante una ricerca.

Piccolo dettaglio: l’indice non contiene l’intera pagina web, ma solo i dati più importanti, come parole chiave, contenuti principali e link. Questi elementi servono a Google per capire quanto una pagina sia rilevante rispetto a ciò che stai cercando.

3. Elaborazione della Query

Quando un utente inserisce una query di ricerca nella barra di ricerca, Google confronta la domanda con l’indice per trovare le pagine che corrispondono meglio alla richiesta.

Google considera vari fattori per determinare quali risultati siano i più pertinenti, tra cui:

  • Rilevanza del contenuto: quanto il contenuto di una pagina corrisponde alla query.
  • Autorità del sito web: un sito web che è considerato autorevole su un argomento è più probabile che venga mostrato in alto nei risultati.
  • Fattori di SEO (Search Engine Optimization): come le parole chiave, i metadati, la struttura dei link, e altri fattori ottimizzati per il SEO.
  • Esperienza dell’utente (UX): la facilità di navigazione e la velocità di caricamento della pagina.

4. Classificazione dei Risultati

Una volta trovate le pagine più pertinenti, Google le ordina nella SERP (la pagina dei risultati) in base alla loro autorità e pertinenza.

Questo processo si chiama ranking e viene effettuato attraverso algoritmi complessi che considerano centinaia di fattori.

Alcuni degli algoritmi più noti che aiutano Google a classificare i risultati sono:

  • PageRank: valuta la qualità di una pagina basandosi sui link che riceve da altre pagine.
  • RankBrain: un’intelligenza artificiale che aiuta Google a capire meglio cosa stai cercando, anche se è una query nuova o complessa.
  • BERT: un algoritmo che aiuta Google a comprendere il significato delle parole nella tua query, analizzando il contesto.

Come funzionano i risultati di ricerca di Google?

Come funzionano i risultati di ricerca di Google

Google presenta i risultati di ricerca in base alla pertinenza e all’autorità del sito nelle SERP.

Ma attenzione: i risultati che vedi non sono uguali per tutti. Google personalizza la tua ricerca Google in base a diversi fattori, come:

  • La tua posizione geografica
  • La cronologia delle ricerche precedenti
  • Il dispositivo da cui stai cercando (ad esempio, smartphone o PC)

In questo modo, due persone che cercano la stessa cosa possono vedere risultati leggermente diversi, cuciti su misura per le loro esigenze.

Un altro aspetto interessante? Oltre ai classici link blu, Google può mostrare anche risultati arricchiti (o rich snippets), come:

  • Recensioni con stelline
  • Immagini
  • Prezzi di prodotti
  • Risposte rapide direttamente nella SERP

Questi contenuti speciali vengono visualizzati grazie all’utilizzo di dati strutturati all’interno dei siti web, e aiutano il motore di ricerca a capire meglio di cosa tratta la pagina e l’utente a ottenere subito le informazioni più rilevanti — senza nemmeno dover cliccare.

Cos’è La SERP (Search Engine Results Page)?

Ogni volta che digiti qualcosa nella barra di ricerca di Google e premi invio, vieni catapultato in un mondo pieno di risposte: quello della SERP, ovvero la Search Engine Results Page.

In parole semplici? È la pagina dei risultati della ricerca che Google ti mostra in base alla tua query di ricerca.

Ma la SERP non è fatta solo di link blu. È molto più dinamica e strutturata di così, pensata per offrirti la miglior risposta possibile nel minor tempo.

Ecco un esempio:

Come funziona Google nel 2025

I risultati organici sono i link che l’algoritmo di Google seleziona in modo naturale, senza che nessuno paghi per farli comparire. Il loro posizionamento è di solito sotto i risultati sponsorizzati e dipende da una combinazione di fattori SEO, come:

  • L’uso corretto delle parole chiave
  • La qualità e originalità del contenuto
  • L’esperienza dell’utente sul sito (UX)
  • La struttura tecnica della pagina
  • La presenza di backlink, cioè link provenienti da altri siti

Ogni risultato organico mostra solitamente tre elementi: il titolo della pagina (title tag), l’URL e una meta description (una breve descrizione del contenuto).

Subito sopra (o talvolta sotto) i risultati organici, potresti trovare gli annunci a pagamento, contrassegnati con l’etichetta “Annuncio” o “Sponsored”.

Questi vengono gestiti tramite piattaforme come Google Ads e si basano su un sistema PPC (Pay Per Click): chi li pubblica paga solo quando qualcuno clicca. Ma non è solo una questione di budget, anche la qualità dell’annuncio e la sua pertinenza rispetto alla ricerca Google influenzano la posizione.

Un altro elemento chiave della SERP è il Local Pack.

Hai mai cercato qualcosa come “autolavaggio torino”? In questi casi, Google mostra una mappa con tre attività locali, complete di:

  • Nome
  • Recensioni
  • Orari di apertura
  • Indirizzo
  • Link al sito o alle indicazioni

Questa sezione, detta Local Pack, prende le informazioni direttamente dai Google Business Profile (ex Google My Business) delle attività locali.

Poi, sempre più spesso, in cima alla SERP compare un box in evidenza che contiene già la risposta alla tua domanda.

Si chiama Featured Snippet e può mostrarsi come elenco, definizione, tabella o paragrafo.

L’idea è semplice: darti una risposta chiara e immediata, senza nemmeno dover cliccare su un risultato.

Infine, una delle novità più interessanti è l’AI Overview, una sezione che Google posiziona all’inizio della SERP.

Utilizza l’intelligenza artificiale per creare una panoramica completa e sintetica sull’argomento che hai cercato, combinando informazioni da diverse fonti autorevoli.

È pensata per offrirti una visione d’insieme ancora prima di consultare i singoli siti web.

Come funziona Google nel 2025

Come migliorare l’indicizzazione di un sito su Google?

Vuoi che il tuo sito appaia tra i primi risultati della ricerca Google? Allora c’è un punto da cui non si può scappare: devi renderlo facile da scansionare, comprendere e valorizzare agli occhi di Google.

In altre parole, serve lavorare sull’indicizzazione: il processo con cui Google analizza le tue pagine e le inserisce nel suo immenso indice, per poi mostrarle quando un utente inserisce una query di ricerca.

Ecco come migliorare l’indicizzazione del tuo sito, passo dopo passo.

1. Rendi il sito accessibile ai crawler

Il primo passo? Facilitare la vita ai crawler di Google, quei bot che girano per il web e leggono le pagine da indicizzare.

Ecco cosa non può mancare:

  • File robots.txt ben configurato: indica chiaramente cosa Google può o non può scansionare.
  • Sitemap XML aggiornata: è la mappa del tuo sito, che aiuta Google a capire quali pagine deve considerare.
  • URL semplici e leggibili: evita indirizzi lunghi e pieni di parametri. Meglio una struttura chiara e pulita.

2. Migliora la struttura interna

La struttura del sito incide tantissimo su come Google interpreta e indicizza i contenuti. Ecco alcune buone pratiche:

  • Riduci al minimo le catene di redirect: ogni passaggio rallenta il crawler (e l’utente!).
  • Aggiorna regolarmente i contenuti: Google ama i siti “vivi”.
  • Crea una rete di link interni solida: collega le pagine tra loro in modo logico, così aiuti sia l’utente che Google a navigare.
  • Evita le pagine orfane (cioè non collegate da nessuna parte): ogni contenuto deve essere raggiungibile.

3. Evita problemi che ostacolano l’indicizzazione

Anche piccoli errori possono compromettere il lavoro di Google. Ecco le best practice da seguire:

  • No ai contenuti duplicati: se hai pagine simili, usa i tag canonici per indicare quella principale.
  • Imposta correttamente i redirect 301 in caso di spostamento di contenuti.
  • Gestisci gli errori 404 con una pagina personalizzata che aiuti l’utente e segnali chiaramente a Google cosa è successo.

4. Ottimizza le performance

Un sito lento o con pagine non accessibili può penalizzarti, anche a livello di indicizzazione.

Assicurati di:

  • Velocizzare il caricamento delle pagine (soprattutto da mobile)
  • Verificare che tutte le pagine importanti siano accessibili (niente contenuti bloccati da login o errori tecnici)

Una volta che il sito è scansionabile e indicizzabile, è il momento di fare davvero la differenza: per emergere nei risultati di ricerca, serve lavorare sull’ottimizzazione SEO in modo strategico e multilivello.

Ecco gli aspetti fondamentali da curare:

SEO on-page

L’obiettivo è rendere ogni singola pagina il più rilevante possibile per le query di ricerca degli utenti.

Cosa fare:

  • Scrivi contenuti ottimizzati per parole chiave specifiche e di valore (meglio se originali).
  • Usa le parole chiave in modo naturale, nei punti giusti (titoli, sottotitoli, meta tag, URL, ecc.).
  • Struttura il contenuto in modo chiaro: paragrafi brevi, H2 e H3 ben distribuiti, e un layout leggibile anche da mobile.

SEO off-page

Google guarda anche cosa dicono gli altri del tuo sito.

Per questo è importante che il tuo sito sia percepito come affidabile e autorevole e per farlo bisogno lavorare sulla link building:

  • Punta su backlink di qualità, da siti autorevoli e in target con il tuo settore.
  • Evita pratiche forzate o spam: Google se ne accorge, e penalizza.

Ottimizzazione per mobile & velocità

Nel 2025, se il tuo sito non è ottimizzato per smartphone… è praticamente invisibile.

Assicurati che:

  • Il design sia responsive e si adatti a ogni tipo di schermo.
  • Il sito si carichi rapidamente, soprattutto su mobile (basta anche un secondo di ritardo per perdere visite preziose).

Core Web Vitals & UX

Google ha reso chiaro che l’esperienza utente è una priorità. E lo valuta anche con i famosi Core Web Vitals.

Tradotto: un sito che si carica velocemente, è stabile mentre scorre e reattivo ai comandi… ha più possibilità di scalare la SERP.

Lavora su:

  • LCP (Largest Contentful Paint) → caricamento veloce del contenuto principale
  • FID (First Input Delay) → rapidità nella risposta ai clic
  • CLS (Cumulative Layout Shift) → nessun movimento fastidioso mentre navighi

Conclusioni

Ora che hai compreso come funziona Google e i suoi algoritmi, sei pronto a ottimizzare il tuo sito per apparire tra i primi risultati nelle query di ricerca più rilevanti per il tuo settore.

Tuttavia, ricorda che Google è in continua evoluzione. Ogni giorno raccoglie dati sugli interessi e i comportamenti degli utenti, come i clic sui risultati di ricerca o il tempo passato su un sito. Queste informazioni vengono utilizzate per perfezionare gli algoritmi e migliorare la qualità dei risultati che offre.

Ciò significa che il tuo sito non può mai essere “abbandonato” dopo l’ottimizzazione iniziale. È fondamentale mantenere le tue pagine sempre attuali e rilevanti, aggiornandole costantemente, se non vuoi perdere terreno nella SERP.

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